Onu, emancipazione femminile e Emirati Arabi Uniti

Anita Bhatia, vicedirettore esecutivo di UN-Women, l’agenzia dell’ONU per l’emancipazione femminile, ha affermato che i recenti successi contro le discriminazioni di genere rischiano di essere messi a rischio a causa del preoccupante “respingimento” dei diritti delle donne in alcune parti del mondo.

Durante la sua visita negli Emirati Arabi Uniti ha però affermato di essere comunque ottimista riguardo alle prospettive di progresso, esortando gli Emirati Arabi Uniti a continuare nel cammino intrapreso e diventare un esempio per le migliori pratiche nella promozione della parità nelle aree del Golfo.

“Oggi nel mondo esiste un tale respingimento contro i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere che a volte sento che stiamo correndo per restare comunque immobili e che la storia si ripete negativamente”, ha affermato Bhatia che ha concluso: ”Dobbiamo cambiare la visione globale e infondere una nuova necessità con un senso di urgenza”.

Bhatia si trovava negli Emirati per il World Tolerance Summit, un incontro di due giorni volto a migliorare la comprensione culturale del Paese.

Il prossimo anno segnerà i 25 anni da quando i leader mondiali e circa 30.000 attivisti si sono riuniti a Pechino per stabilire uno standard globale per i diritti delle donne, incluso il diritto all’istruzione, per vivere libere dalla violenza e guadagnare la stessa retribuzione.

Il risultato fu stato la stesura della Dichiarazione e della piattaforma d’azione di Pechino, considerata il maggior progetto mondiale sui diritti delle donne.

Per valutare ciò che è cambiato dal 1995, le donne dell’ONU stanno attualmente raccogliendo dati da 180 paesi per formare quella che sarà la più grande rassegna al mondo basata sullo stato della parità di genere.

I numeri sono già indicativi: attualmente circa 130 milioni di ragazze che non vanno a scuola, 12 milioni di ragazze si sposano prima dei 18 anni ogni anno e la violenza contro le donne rimane endemica.

A questo ritmo, il Forum economico mondiale prevede che occorreranno altri 108 anni per colmare il divario di genere globale in termini di salute, istruzione, uguaglianza economica e politica.

“Gli Emirati Arabi Uniti – prosegue Bhatia – sono un paese multiculturale, un microcosmo per certi versi di un ethos globale. Vogliamo che questo sia un hub regionale da cui esportare le migliori pratiche in altre parti della regione. Se ottenessimo il giusto partenariato dal governo, gli Emirati potrebbero diventare il centro di apprendimento per i paesi dell’intero mondo arabo”.

Gli Emirati Arabi Uniti saranno l’unico paese della regione ad ospitare una sessione per la campagna globale sull’uguaglianza di genere il prossimo anno, unendo i settori pubblico e privato sull’emancipazione economica delle donne. Ciò significherà coinvolgere le donne nel processo decisionale e considerare le conseguenze indesiderate della politica sul mondo femminile.

In conclusione, un paradosso contemporaneo evidenzia come le maggiori divergenze di genere, spesso frutto di atavici retaggi culturali, emergano nell’innovazione più spinta come le abilità legate all’intelligenza artificiale e allo sviluppo di software. A livello globale infatti, secondo i dati del World Economic Forum, quattro su cinque professionisti dell’IA sono uomini.