Tra compasso (simbolo massonico) e rivoluzione

Abstract

La massoneria italiana presente nell’Impero Ottomano ha rappresentato un’attrattiva per una parte importante della società civile e ha svolto un ruolo molto importante, anche se scarsamente documentato, nell’organizzazione della rivoluzione del 1908, fornendo una sede e un supporto logistico ai rivoluzionari.

Massoneria, rivoluzione turca 1908

A Salonicco [1], durante la seconda metà dell’ottocento, si trovava già da qualche tempo, una ricca e folta colonia italiana composta da commercianti, insegnanti, artisti, medici, questa comunità si era integrata perfettamente con il carattere multietnico della città. Con gli italiani arrivò anche la massoneria [2] che in quel periodo rappresentava una delle tante manifestazioni della presenza europea nell’Impero Ottomano [3]. L’interesse della massoneria italiana a stabilire una loggia [4] in questo centro era cominciato negli anni Sessanta dell’Ottocento [5]. Nel 1864 fu fondata da un ebreo di origini italiane, Han Barouh Cohen [6], la loggia Macedonia, appendice della loggia-madre Italia [7] di Costantinopoli. Tra i fondatori della loggia, Elia John Blunt [8], viceconsole di Sua Maestà Britannica. Secondo quanto riferito dal Bollettino del Grande Oriente del 1867, la loggia operò i primi anni in modo esemplare ma alla fine del secolo le attività languivano [9]. Il periodico “La Rivista della massoneria italiana” registrava l’attività delle logge che si trovavano oltre i confini nazionali, a proposito delle officine [10] costituite nell’Impero ottomano registrano che nel 1872 la loggia Macedonia di Salonicco e il suo Sovrano Capitolo erano in piena attività, dopo due anni d’inattività si era ripreso il lavoro interrotto [11]. Invece, l’anno successivo, si deplorava che i lavori massonici languivano. Nel 1900 Ettore Ferrari [12] visitò la loggia, esortò i fratelli a riprendere le attività e la loggia fu in breve ricostituita per creare a una nuova officina [13].

La loggia Macedonia Risorta fu costituita nel 1902 dalle ceneri della loggia Macedonia, sotto l’obbedienza del Grande Oriente d’Italia [14] essa è nota per il contributo alla causa dei Giovani Turchi [15]. Nel 1904 fu eletto Venerabile Maestro Emanuele Carasso [16], che tenne la carica fino al 1909, quando si trasferì a Istanbul per partecipare ai lavori del parlamento ottomano al quale era stato eletto come deputato dopo la rivoluzione del 1908. La loggia raccoglieva gli uomini che avrebbero cambiato il volto dell’impero ottomano [17] e aveva una composizione sociale e nazionale e etnica eterogenea. Tra il 1902 e il 1908 vi furono 188 affiliazioni [18], ventitré delle quali riguardavano ufficiali in servizio presso la II e III armata dell’esercito imperiale. In qualità di Venerabile Maestro, Carasso offrì aiuto e una sede logistica ai membri del Movimento dei Giovani Turchi che si erano affiliati numerosi alla massoneria di obbedienza italiana. I rivoluzionari cominciarono a riunirsi in alcuni locali attigui alla loggia Macedonia Risorta, sfruttando il fatto che gli stranieri e le loro proprietà erano garantiti dal regime delle Capitolazioni [19]. I rivoluzionari in questione erano Talat [20], Rahmi [21], Mehmet Cavit [22], Midhat Sükrü [23], solo dopo si affiliò Ismail Cambulat [24]. La rivoluzione turca del 1908 fu incruenta ed è questa la sua caratteristica fondamentale e considerato il periodo storico la cosa è molto insolita. Una spiegazione di tale fatto è che essa fu preparata doviziosamente a tavolino, calcolando ogni possibile variabile. Questa preparazione aveva avuto il beneplacito della massoneria italiana, che avversava la politica portata avanti dal Sultano Abdülhamid II e che vedeva nel movimento dei Giovani Turchi uno spiraglio di modernizzazione e di innovazione, nonché un gruppo politico che aderiva alla massoneria. Uno dei fattori considerati favorevoli per la sua riuscita era l’origine geografica della rivoluzione, essa doveva scaturire da Salonicco per poi propagarsi verso la Capitale [25]. Questo per sfruttare la posizione periferica della città, posizione che le aveva evitato i pressanti controlli della polizia del Sultano. Questo studio minuzioso fu portato avanti all’interno della loggia massonica guidata da Carasso. Loggia che aveva privilegi derivati dalle Capitolazioni, che conferivano agli stranieri particolari benefici. Nel 1908 Carasso e Talat Pasa arrivarono a Istanbul provenienti da Salonicco, la polizia ottomana sorvegliava entrambi giorno e notte. Carasso fu arrestato e interrogato sui motivi della sua visita nella Capitale e su un eventuale incontro con esponenti di spicco del clero, ma egli negò ogni cosa, non tradendo i suoi compagni [26]. Poco tempo dopo questo viaggio scoppiò la rivoluzione. Dal punto di vista massonico la massiccia presenza militare creò qualche dissidio all’interno della loggia e alcuni massoni, in segno di protesta, decisero di abbandonare la loggia di obbedienza italiana per affiliarsi alla loggia francese Veritas. Tra i nuovi affiliati vi erano un comandante di stato maggiore e un ministro della giustizia e questi e altri massoni avrebbero svolto un ruolo fondamentale nella rivoluzione del 1908.

Anche la loggia Labor et Lux fu fondata nel 1906 da massoni precedentemente affiliati alla loggia Macedonia Risorta. Seguiva il Rito Scozzese Antico ed Accettato [27] ma si hanno poche notizie certe, sennonché la loggia era attiva fino al 1909 e che ne era venerabile Jacques Carasso, un ragioniere nato a Salonicco nel 1863, affiliato nel 1904 alla Macedonia Risorta [28].

Note

[1] Salonicco era una città di importanza vitale per l’Impero Ottomano, vista la sua importanza e considerando le sue peculiarità dovute alla sua popolazione, è stata oggetto di svariati studi e ricerche, per ulteriori approfondimenti vedere: P. Risal, La Ville Convoitée, Salonique, ISIS, Istanbul, 2001; Sam Lévy, Salonique à la Fin du 19° Siècle, ISIS, Istanbul, 2000; Gilles Veinstein, Salonique, 1850-1918, Autrement, parigi, 1993; François Georgeon et Paul Dumont ( a cura), Vivre dans l’Empire Ottoman, L’Harmattan, Parigi, 1997.

[2] La massoneria è un’associazione iniziatica, intorno alle cui origini si intessono miti e leggende anche se le ricerche sulla discendenza della massoneria da formazioni di corporazioni artigiane, in particolar modo muratorie hanno dato risultati attendibili. La massoneria è un’istituzione che si autodefinisce universale che si può classificare sotto due aspetti distinti ma indissolubili. I primo luogo sotto forma di cultura umanistica, praticata fin dall’antichità in occidente e sotto forma di associazione formatasi nell’ambito del lavoro. Associazione di mestiere le cui espressioni specifiche possono rinvenirsi nei Collegia Artificum , nelle Accademie della classicità, la cui trasformazione in senso filosofico si verificò nel XVIII secolo. In secondo luogo essa si considera un’ associazione cosmopolita, alla costante ricerca del benessere della società umana, al di là delle differenze di lingua, cultura, religione ed ideologie . Essa si presenta come una scuola di formazione dell’uomo, fondata sul simbolismo, la filantropia e l’educazione

[3] La migrazione italiana è sempre stata molto attiva e con il tempo le comunità italiane crescevano di importanza e di numero. Erano presenti nell’Impero persone di tutti i tipi, avventurieri, commercianti, marinai, soldati mercenari, rifugiati politici, frati.

[4] Con il termine loggia si intende un centro massonico.

[5] Orhan Kologlu, L’influsso della massoneria italiana sulla rivoluzione dei Giovani Turchi, in “Quaderni della Casa Romena”, Bucarest, I.C.R., 2006, p. 132.

[6] Sam Levy, Salonique à la Fin du XIXe Siècle, ISIS press, Istanbul, 2000, pag. 74.

[7] La loggia Italia fu costituita a Costantinopoli nel 1862. Non è mai stata trovata la lista degli affiliati, quindi non è possibile affermare chi furono i promotori dell’iniziativa, uno dei pochi nomi che si collega alla nascita di questa loggia è quello del marchese Camillo Caracciolo di Bella (1821-1888), ambasciatore del Regno d’Italia a Costantinopoli tra il 1862 e il 1863 . La loggia dipendeva dal Grande Oriente di Torino, all’epoca capitale del Regno d’Italia .

[8] Angelo Iacovella, Il Triangolo e la Mezzaluna, IICI, Istanbul, 1997, pag. 36.

[9] ASGOI, Le logge italiane in Oriente, in “Bollettino del Grande Oriente”, 1867, p. 185.

[10] Nel linguaggio massonico officina è sinonimo di loggia.

[11] ASGOI, Rivista della Massoneria Italiana, 1872, n°8, pag. 13.

[12] Ettore Ferrari, scultore, scrittore, pittore, nacque a Roma il 25 marzo 1845, figlio di Maria Luisa Pasini, discendente di un nobile casato fiorentino e di Filippo Ferrari, apprezzato scultore. Dopo la laurea in Lettere studia presso l’Accademia Artistica di San Luca. Nel 1881 è iniziato massone alla loggia Rienzi di Roma di cui diventa Venerabile Maestro nel 1892. Nel 1896 diventa Gran Segretario del G.O.I.. Da fervente garibaldino nel 1897, organizza la spedizione dei volontari a Creta. Diventò Professore presso l’Istituto Superiore di Belle Arti. Fu eletto deputato in tre legislature, nel 1882, 1886 e 1890. Nel 1900 diventa Gran Maestro Aggiunto e lo stesso anno si reca in Turchia, inviato dal Gran maestro Ernesto Nathan, per stringere rapporti con i movimenti riformatori. Nel 1904 diventa Gran Maestro e rimane tale fino al 1917. Nel 1919 viene nominato Gran Maestro Onorario. Nel 1923 fonda la rivista del Rito Scozzese Lux. In Italia intanto il Fascismo deteneva il potere, Ferrari ne diventò strenuo oppositore. I Fasci cercano di intimidirlo, tanto che il suo laboratorio artistico viene devastato nel 1926. Muore tre anni dopo, il 19 agosto 1929. Le autorità vietano pubblici funerali.

[13] Angelo Iacovella, op. cit. pag. 52.

[14] Il Grande Oriente d’Italia fu fondato nel 1805 a Milano. Questa prima esperienza durò fino al 1859. La rinascita della massoneria italiana si ebbe con la fondazione della loggia “Ausonia”di Torino e con l’istituzione del Grande Oriente Italiano. La massoneria italiana ha avuto nel corso della sua storia varie traversie, tra esse le scomuniche papali, il regime fascista, lo scisma interno. Tuttavia opera ancora oggi ed è considerata la maggiore tra le obbedienze operanti in Italia.

[15] I Giovani Turchi erano i membri di un movimento rivoluzionario che si può considerare l’erede del movimento dei Giovani Ottomani, anche se l’estrazione sociale e culturale dei componenti dei due movimenti è molto eterogenea. La loro attività iniziò nel 1889. Gli aderenti al movimento erano studenti della scuola di Medicina Militare. Il gruppo si organizzò in cellule secondo il modello Carbonaro. Dopo i modesti inizi il movimento si sviluppò in tutto l’Impero, si diffuse anche all’estero tra i tanti esiliati politici ottomani. In poco tempo si formarono dei nuclei in Egitto, in Romania, in Inghilterra e soprattutto in Francia e Svizzera. In realtà il movimento non è omogeneo, ma più che altro una miriade di gruppi che si formavano attorno ad una personalità o ad un giornale. I leader più importanti in un primo tempo erano Ahmed Riza è Mizanci Murad. Il Sultano Abdülhamid II riuscì nel 1897 a reprimere l’opposizione con gratifiche e incarichi. Due anni dopo l’opposizione si rivitalizzò. I pochi Giovani Turchi rimasti sulla breccia ricevettero l’aiuto di Damad Mahmud Pasa e dei suoi figli. Nel 1902 fu indetto il 1° Congresso del Movimento, esso aveva lo scopo di unificare le varie anime del Movimento ma in pratica ne sancì la divisione. Si crearono due fazioni una capeggiata da Ahmed Riza e l’altra dal Principe Sabaheddin. Il gruppo che si trovava a Salonicco prese in mano la situazione e dal 1907 iniziò le attività che avrebbero portato alla Rivoluzione del 1908.

[16] Emanuele Carasso nacque a Salonicco nel 1863, figlio di Uziel (Asrael) e Sumbula Assach . Si laureò a Salonicco in legge, diventando presto un abile avvocato penalista. Fu iniziato alla massoneria nel 1902, due anni dopo, secondo i registri matricolari divenne venerabile della loggia. Per approfondimenti vedere: Emanuela Locci, La figura di Emanuele Carasso nei rapporti tra Italia e Turchia, in «Hiram», nr. 4/2011, pp. 83-96, Roma.

[17] ASGLT, Selanik’te Kurulan Localar, in “Mimar Sinan”, Istanbul, 2003, p. 21.

[18] Angelo Iacovella, op. cit. pag. 58.

[19] Il regime delle Capitolazioni era costituito da un insieme di convenzioni internazionali stipulate tra le potenze europee e l’impero ottomano, esse regolavano la posizione degli stranieri che dimoravano nei territori dell’Impero. Gli stranieri erano vincolati alle leggi del loro paese d’origine. Implicazioni più importanti riguardavano le spese doganali che vennero completamente eliminate. Le Capitolazioni cessarono di produrre i loro effetti nel 1914.

[20] Talat Pasa nacque nella città di Edirne nel 1872. Si diplomò alla scuola superiore della città natale, in seguito frequentò alcuni corsi presso la scuola francese. Fu uno dei fondatori del movimento dei Giovani Turchi e nel 1893 fu arrestato per attività politica sovversiva. Dopo la Rivoluzione del 1908, iniziò la sua carriera politica, fu eletto Deputato in rappresentanza di Edirne, ma in breve tempo si ritrovò al comando di quello che in un passato neanche troppo lontano era un glorioso Impero. Nel 1909 fu uno tra i promotori della costituzione del Grande Oriente Ottomano. Eletto primo Gran Maestro del neonato Grande Oriente Ottomano, rimase in carica fino al 1910.

[21] Rahmi bin Riza matricola 16033, anche egli nato a Salonicco nel 1880, di professione commerciante fu iniziato il 19 novembre del 1903.

[22] Mehmet Cavit nacque a Salonicco nel 1875, era un brillante economista, nonché giornalista, era anche un membro molto conosciuto dei Dönme, un gruppo noto all’interno della comunità ebraica. Dopo una brillante carriera politica fu accusato di aver organizzato un complotto contro Atatürk e fu giustiziato nel 1926

[23] Midhat Sükrü matricola 15757, nato a Salonicco nel 1874, impiegato, affiliato il 19 settembre 1903.

[24] Ismail Cambulat, numero di matricola 24819, nato a Costantinopoli nel 1880, di professione luogotenente venne iniziato alla massoneria con il grado di Apprendista il 21 settembre 1907.

[25] La capitale dell’Impero era Istanbul, solo con la proclamazione della Repubblica nel 1923, Ankara divenne capitale, comunque tutt’ora Istanbul è considerate la capital storica e culturale della Turchia.

[26] Evram Galante, Histoire des juifs de Turquie,vol. 8, Isis Press, Istanbul, 1985, pag. 56.

[27] ASGOI, Annuario Massonico del Grande Oriente d’Italia, Roma, 1909.

[28] Angelo Iacovella, Gönye ve Hilal, Tarih Vakfi, Istanbul, 1998, p. 58.

Bibliografia

Monografie

  • Galante Evram, Histoire des juifs de Turquie,vol. 8, Isis Press, Istanbul, 1985.
  • Iacovella Angelo, Gönye ve Hilal, Tarih Vakfi, Istanbul, 1998.
  • Iacovella Angelo, Il Triangolo e la Mezzaluna, IICI, Istanbul, 1997.
  • Levy Sam, Salonique à la Fin du XIXe Siècle, ISIS Press, Istanbul, 2000.

Articoli

  • Kologlu Orhan, L’influsso della massoneria italiana sulla rivoluzione dei Giovani Turchi, in “Quaderni della Casa Romena”, Bucarest, I.C.R., 2006.

Fonti d’archivio

  • Archivio Storico Grande Oriente d’Italia
  • Annuario Massonico del Grande Oriente d’Italia, Roma, 1909.
  • Rivista della Massoneria Italiana, 1872, n°8, pag. 13.
  • Le logge italiane in Oriente, in Bollettino del Grande Oriente, 1867.
  • Archivio Storico Grande Loggia di Turchia
  • Selanik’te Kurulan Localar, in Mimar Sinan, Istanbul, 2003.