La NATO e i missili

In queste ultime settimane si è molto parlato dell’acquisto da parte dei turchi del sistema di Difesa aerea S-400 di fabbricazione russa, la notizia è stata confermata dal ministero della Difesa turco che ha reso noto che la prima parte degli armamenti è già arrivato in Turchia e che le consegne proseguiranno nell’immediato futuro. Questa notizia, che comunque già circolava negli ambienti politici e militari da alcuni mesi, ha creato un certo scompiglio negli Stati Uniti e in particolare nei rapporti che i due paesi intrattengono all’interno della NATO.

In questo nuovo appuntamento si cercherà di approfondire il tema dell’appartenenza della Turchia e questa organizzazione e quali i passaggi storici che l’hanno caratterizzata.
La NATO (Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord), costituita subito dopo la seconda guerra mondiale, è un’organizzazione internazionale che ha come scopo la pianificazione della difesa collettiva dei paesi che ne fanno parte e che a oggi sono ventinove. La Turchia entra a far parte di questo organismo il 17 ottobre 1951, un’adesione che rientrava nel più ampio disegno di politica estera che vedeva un avvicinamento ai paesi occidentali (nel 1949 aveva aderito anche al Consiglio d’Europa), in particolare agli Stati Uniti, a cui la Turchia si era già approssimata con la dottrina Truman e il piano Marshall.

Il governo turco degli anni della guerra fredda fece diventare la nazione uno dei fronti su cui si sfidavano le due grandi potenze. La Turchia nel corso degli anni rappresentò anche un avamposto ed un elemento strategico importantissimo nella scacchiera medio orientale, in chiave occidentale e americana, in occasione delle diverse crisi che si sono verificate nella zona. I rapporti turco-americani proseguirono sulla scia della più completa collaborazione tra i due paesi, a parte una parentesi negli anni settanta a causa della questione di Cipro, quando gli americani applicarono per alcuni anni l’embargo a quello che rimaneva un alleato nella NATO.

Nell’ultimo periodo, soprattutto a causa della questione dell’acquisto di armamenti russi da parte della Turchia, in seguito al riavvicinamento tra i due paesi, la Nato si è detta preoccupata, infatti a tutt’oggi la Russia di Putin è considerata un pericolo per la sicurezza dei paesi NATO e la vicinanza della Turchia a questo paese mette in parte in discussione la partecipazione attiva della Turchia nella NATO, anche perché mina la capacità di deterrenza della Turchia nei confronti della Russia. La collocazione turca nella NATO che era stata messa in discussione anche all’indomani del tentato colpo di stato del 2016, a causa delle estromissioni di alcuni quadri dell’esercito turco che erano di supporto alle operazioni militari della NATO.

In più di un’occasione l’organizzazione internazionale ha lamentato che molti importanti esponenti militari fossero stati destituiti, senza essere poi sostituiti, per cui in alcuni casi anche la più semplice esercitazione risultava difficoltosa, anche in considerazione del fatto che l’esercito turco è il secondo come numero di effettivi, proprio dopo quello statunitense. Il governo americano in occasione di questa ultima crisi causata dall’acquisto di armamenti ha avvertito Ankara che questa posizione è incompatibile con la stretta cooperazione che deve esistere tra membri della NATO e soprattutto con i suoi sistemi difensivi, in particolare con la presenza degli F-35, che è un caccia multiruolo monoposto di 5ª generazione. A tale proposito gli addestramenti dei piloti turchi con questo ultimo tipo di aerei sono già stati sospesi.

Ankara risponde alle accuse lanciate dall’alleato dichiarando che l’armamento per la difesa nazionale è una questione di politica interna, che non deve riguardare gli altri paesi della NATO. Del resto questa decisione sposta l’asse della geopolitica verso est, in quanto la Turchia è il primo paese della NATO ad aver concluso un accordo economico-militare con Mosca. Inoltre, parte dell’accordo prevede che un centinaio di militari turchi si addestrino in Russia. Bisognerà quindi attendere l’autunno per la piena operatività dei dispositivi. Si prevede un’estate all’insegna della tensione tra i membri della NATO.

Questo articolo è stato pubblicato sul Manifesto Sardo nella rubrica Turchia e dintorni.